Quando nasce una rete anticaporalato, quando uno, dieci, centomila lavoratori decidono di ribellarsi al caporale di turno che sfrutta il loro impegno quotidiano, per sopravvivere e prendersi cura della propria famiglia, allora significa che qualcosa di profondamente umano e, perciò, etico sta accadendo attorno a noi e, speriamo, in ciascuno di noi.
Prima che anti, la Comunità di dissidenti è per qualcosa: per la custodia delle fasce di popolazione più deboli (si pensi agli immigrati e a tutte le famiglie senza reddito); per la promozione del lavoro quale pilastro che concorre allo sviluppo della società e quindi dei cittadini; per la tutela della qualità del lavoro necessario ad assicurare a ciascuno un’esistenza libera e dignitosa.
La Rete Anti-caporalato, dunque, parte da una visione basilare e cioè dal sentirsi responsabili gli uni degli altri e dal bisogno di fare ciascuno la propria parte per riconoscere a tutti ‘il diritto alla città’.
Ossia il diritto a non stare in ghetti di esclusione ma essere visibili quali cittadini che partecipano alla vita sociale e alla costruzione comunitaria.
La prossimità che ci fa restare umani chiede a ciascuno lo sforzo di sentirsi parte dell’altro e a rimodulare i confini quali spazi identitari flessibili, capaci di definizione che non equivale ad emarginazione!
Le Città della differenza generano malessere a tutti gli abitanti, in quanto lo ‘scarto’ ci appartiene e ciò vale per l’ambiente che se inquinato intossica tutti, così come per ogni cittadino che è parte costitutiva del benessere comunitario.
Oggi la Rete No-Cap testimonia come il prendersi cura della manodopera significa pensarla già prima e dopo le ore lavorative.
Sapere che si è persone e non numeri implica riconoscerne una storia e dei bisogni concreti.
Per chi è in precarietà economica avere un mezzo di trasporto è una condizione essenziale, inoltre acquistare un pullman equivale a proteggere quanti rischierebbero ancora una volta di finire nelle mani dei caporali che gestiscono non solo il lavoro e la distribuzione dei prodotti ma pure l’accesso ai luoghi lavorativi.
La tratta degli esseri umani ha tasselli molteplici ed è perciò che l’attenzione alla cura della filiera è di fondamentale importanza.
Dunque partiamo dal pullman simbolo di un viaggio che restituisce dignità e libertà a ciascuno. Nessuno escluso!